CRITICAL

COLLECTING – ArtVerona2019

UNDERDOG COLLECTION /

MARIANNA AGLIOTTONE

 

Dopo gli esordi collezionisti personali di ognuno di voi, per quali motivi ad un certo punto è nata una visione d'insieme sulla direzione da dare alle vostre acquisizioni ed ai vostri budget e per quali fattori e motivi i vostri acquisti sono diventati acquisti condivisi?

Difficile indicare un tempo e un motivo preciso a partire dal quale noi quattro abbiamo deciso di dare una univocità alla nostra visione. Forse quel tempo deve ancora arrivare. Vogliamo dire che ognuno di noi ha una specificità, un interesse, una inclinazione e sostanzialmente dei gusti che talvolta sono diametralmente opposti a quelli degli altri. Non ci facciamo mai mancare il confronto che è continuo, quasi invadente nel senso buono e talvolta perfino provocatorio, acceso. Esso nasce dalle nostre idee che non sempre si conciliano tra loro. Abbiamo anime diverse se vuoi, percorsi differenti, passioni e esperienze che divergono. Tra noi c’è l’anima che privilegia con più esclusività la bellezza esplicita, chi ha un occhio di riguardo per il mercato e le sue dinamiche, chi è più colpito dalle idee che stanno dietro l’opera, chi infine ama una forma di espressione privilegiandola ad un’altra. C’è chi si innamora a prima vista di un lavoro o di un artista e chi prima ne vuole approfondire studi, mostre, interviste e si avventura anche a tentare di comprendere il contesto di conoscenze o culturale che lo circonda. Lo stimolo reciproco è costante e pungolante e ci spinge ad una ricerca molto attenta e scrupolosa. In queste dinamiche gioca un ruolo fondamentale il piccolo budget che ciascuno di noi ha a disposizione e che fa si che la scelta definitiva orientata ad un acquisto sia ponderata in ogni dettaglio. Potessimo… avremmo case piene di opere ma purtroppo abbiamo solo pensieri pieni di rimpianti per quello che avremmo potuto collezionare e a cui, ahinoi, abbiamo dovuto rinunciare.

La sintesi finale è che insieme, attraverso acquisizioni condivise, possiamo inserire nella nostra collezione qualche opera in più di quelle che avremmo potuto acquistare in modo autonomo. 

 

Il primo artista che avete acquistato condiviso con gli altri 3? E l’ultimo artista?

Il primo artista che ha trovato tutti d’accordo, sebbene non da subito, è stata Bronwyn Katz. E’ una ragazza giovanissima, sudafricana, nata nel 1993, che Fabio notò in occasione della fiera di Johannesburg nel 2017. Il lavoro, una rete di materasso sulle cui molle, per di più scomposte, trovavano appoggio una serie di dischetti gialli di gommapiuma, aveva un che di poetico, di evocativo, di potente.

Lei racconta il suo Sud Africa, le terre sventrate dai cercatori di diamanti, la memoria del territorio raccontata con oggetti trovati, di poco conto, coi metalli, quasi una nuova “arte povera” che restituisce con forza l’appartenenza a una terra sfruttata e occupata.

Una sua opera, in special modo, raccontava con forza tutto questo. Cinque sculture, di ferro con alla sommità una conca di acciaio che richiamava la forma conica che gli scavi delle miniere lasciano nel terreno, ciascuna con inciso il nome delle 5 miniere di diamanti più famose in Sud Africa. L’opera era trattata da un nostro amico gallerista come 5 opere distinte, una delle quali già venduta. Fabio avrebbe voluto acquistare un’opera per sé ma, in virtù di un prezzo non propriamente alla sua portata e desiderando come nella sua natura ottenere il prezzo più basso possibile, si sentì proporre dal gallerista l’acquisizione di una seconda opera o addirittura di tutte e quattro le rimanenti. Da li venne l’idea di coinvolgere gli altri tre e finalizzare l’acquisto dell’opera completa che avrebbe avuto il vantaggio di consentire a ciascuno di possedere un’opera unica, ad un prezzo fortemente scontato e allo stesso tempo di possedere insieme un’opera tanto più bella e importante se mostrata in tutte le sue 4 componenti. Fu così che dopo innumerevoli e pressanti telefonate Fabio convinse tutti, a diventare insieme collezionisti della medesima artista e, in un certo senso della medesima opera. Convinse, va detto,  anche il gallerista a praticare uno sconto molto importante.

L’ultimo artista acquistato in gruppo è una ragazza nata nel 1994, Shadi Al-Atallah, che studia e lavora a Londra di cui ci ha colpito la forza espressiva. Tratta tematiche che in questi ultimissimi anni hanno accomunato per lo più il movimento artistico Americano under 30 e che in parte sono accolte nella nostra collezione: temi quali l’identità di genere,  la rivendicazione del colore della propria pelle o dell’orientamento sessuale in forme espressive talvolta molto esplicite, prive di ipocrisie ma senza perdere la grazia e talvolta perfino pudiche in un certo senso, quasi solo accennate. Shadi Al-Atallah è alle prese con le sue prime mostre e sta dando vita ai suoi primi progetti. Speriamo che il talento che le riconosciamo, seppure in embrione, possa portarla lontano. Di lei abbiamo preso 4 tele di formato molto grande: per dire che in lei crediamo molto.

 

La scelta di un artista è effettuata dai collezionisti in modi diversi. Voi come scegliete gli artisti da acquistare (parlatemi sia dei criteri e fattori che -  in maniera determinante - seguite collettivamente sia dei criteri e fattori che seguite a livello più personale)?

A questa domanda abbiamo già in parte risposto affrontando il discorso della condivisione dei nostri acquisti e sulla direzione da dare alle nostre collezioni.

Siamo 4 persone con idee e inclinazioni differenti. Il discorso sui criteri e sui fattori di valutazione messi in atto nella scelta di un artista o di una opera da collezionare non sappiamo fino a che punto possa avere senso. Si potrebbe a tale proposito disquisire anche di cosa è l’arte contemporanea e di cosa è l’arte in generale e se essa è assoggettabile a criteri di valutazione razionali, scientifici, schematici.

Crediamo che tutto debba e non possa che nascere dal bello. Oggettiva o soggettiva che sia, la bellezza deve orientare le scelte. Deve essere un punto di riferimento. E la bellezza non sempre e non solo la si ritrova nella perfezione o nella armonia della rappresentazione artistica ma la si trova anche dentro una emozione che un’opera lascia dentro di noi, dentro un pensiero che l’opera tira fuori dal nostro intimo, dentro una riflessione che l’opera ci invita e talvolta obbliga a fare.

Premesso questo non possiamo che tornare sempre al punto di partenza: siamo collezionisti con molta passione, con un tempo non sempre sufficiente ad approfondire tutto quello che vorremmo (sebbene il tempo sia forse il fattore che più gioca dalla nostra parte) e con un budget a disposizione che, giocoforza, ci impedisce voli pindarici verso opere o artisti che chiamano le nostre emozioni ma che talvolta sono fuori dalla nostra portata. 

La linea comune che seguiamo nell’interessarci ad un artista può essere sintetizzata così: gioventù, studi, curriculum, relazioni ed interazioni con il mondo variegato di fondazioni, residenze, fiere, gallerie. Instagram, in questo orizzonte, svolge un ruolo molto importante perché ci rivela con molta immediatezza quello che desideriamo ricercare. Arduo sarebbe partecipare di persona ad ogni fiera, ad ogni opening in galleria così come impossibile sarebbe organizzare studio visit in luoghi lontani molte migliaia di chilometri.

Amiamo tutti dialogare con gli artisti, sia prima che dopo averne collezionato un’opera. Amiamo conoscere quello che è alla base delle loro idee, incontrare le loro ambizioni, curiosare nel loro mondo, appassionarci ai loro pensieri e venire coinvolti nei loro progetti. Crediamo che senza conoscenza diretta degli artisti sarebbe molto più povero e molto meno appassionante il collezionare.

Parlando più a titolo personale, ecco una sintesi di come siamo:

Fabio ama la bellezza, senza discussione. Forse dei quattro è quello che riesce ad intravvedere in ragazzi giovanissimi una scintilla di talento che poi, in diverse occasioni è divampata. E' anche quello che riesce a stringere un legame più stretto con gli artisti. Ma questo forse perchè è l'unico che parla e scrive in un inglese accettabile.

Alessandro è quello che definiremmo lo “studioso”, il topo di biblioteca, l’enciclopedia vivente. Lui può dirti di ogni artista dove e quando ha esposto, insieme a chi, chi ne ha parlato cosa si è detto di lui ecc ecc. Il curriculum di un artista è per lui un elemento imprescindibile. Così come la ricerca incessante di informazioni.

Bruno ama le idee che si nascondono dietro le opere, sa guardare ai nuovi medium con grande interesse e grandi intuizioni. Forse è il collezionista piu genuino e aperto di tutti.

Tony è il più silenzioso, il meno impulsivo ma anche straordinariamente appassionato. Per prenderlo in giro gli diciamo che è anche il più fortunato. Perché ogni qual volta un artista entra nella sua collezione improvvisamente inizia ad essere incluso in mostre interessanti, inizia a vincere premi o ad ottenere prestigiosi riconoscimenti. Forse Tony è un po' la sintesi degli altri tre.

 

Per voi, il valore anche economico di un opera è determinato, oltre che dalla qualità dell’opera,  anche dalla reputazione dell’artista e DALL'IMPORTANZA della sua galleria di provenienza? In che percentuali?

Difficile dare delle percentuali. Di sicuro nella nostra esperienza, seppur piccola, abbiamo visto fattori diversi pesare in maniera pesante sul successo di un artista. In termini economici, sia chiaro, dal momento che stabilire o già realizzare quale tra gli artisti molto giovani che seguiamo possa avere uno spazio più o meno importante nel mondo dell’arte fino a diventarne un protagonista è troppo arduo se non sconveniente perfino da pronosticare.

Da un punto di vista squisitamente economico o di valore delle opere e degli artisti crediamo che il prestigio e la qualità di una galleria possano fare la differenza. Le gallerie portano gli artisti nelle fiere facendoli conoscere, possono consentire che accedano a residenze importanti, riescono a costruire intorno a loro un tessuto di relazioni che in futuro potranno essere determinanti e ci riferiamo a fondazioni, spazi pubblici e privati, curatori di collezioni private e non. L’artista dopotutto ha necessità di esprimersi ma anche di mostrare il risultato delle sue idee, delle sue sensibilità, delle sue intuizioni. E quanto più la galleria è in grado di fornirgli una vetrina importante, tanto più il terreno sarà fertile per l’artista. La sua reputazione arriverà anche dalla visibilità che avrà. L’idea un po' romantica che l’artista da solo, facendo parlare unicamente la qualità delle opere che realizza, possa vedere il suo valore crescere ed essere apprezzato da molti non smettiamo di coltivarla sebbene ahinoi, un pò di cinismo e disincanto ci faccia pensare il contrario.  

 

Avete mai acquistato opere di artisti senza galleria?

Si, è capitato, in un solo caso. Ma l’artista era ed è ancora uno studente. Abbiamo acquistato qualche foto tratte da sue performance. A nostro avviso l’artista ha molte potenzialità ma ancora troppo in embrione vista la giovanissima età. Diamogli il tempo di trovare la sua dimensione. Se solo in una occasione è capitato di acquistare artisti non rappresentati da una galleria, in due casi, invece, l’acquisto è avvenuto alla primissima mostra, fatta con gallerie di scarsissima visibilità (diremmo quasi locale), quando ancora gli artisti erano dei perfetti sconosciuti. Senza peccare di falsa modestia, oggi quei due artisti sono i più interessanti e i più affermati della nostra collezione: Tschabalala Self e Jonathan Lyndon Chase.

Vista la loro giovanissima età, non fatichiamo ad ammettere che si stanno mettendo in mostra in maniera perfino inaspettata.

Secondo la vostra idea, quali punti d forza deve avere un giovane artista per interessarvi a livello di acquisizione?

Potremmo rispondere facilmente: il talento. Ma questa risposta sarebbe insufficiente perché conosciamo bene quanto lavoro deve esserci dietro il talento e quanta fatica costa tenerlo vivo.

Alessandro che ha un passato da marciatore a livello agonistico e che ha partecipato anche ai Campionati del Mondo di questa disciplina forse meglio di tutti può spiegarlo. Il talento è un dono preziosissimo ma va alimentato, coltivato, allenato duramente e deve andare di pari passo con la disciplina, la costanza e la abnegazione. Questo per dire che il talento da solo può essere sufficiente per brillare all’inizio, per mettersi in mostra ma finisce presto per non essere più sufficiente se non supportato dal rigore, dal sacrificio e anche dalla ambizione.

Negli artisti che già collezioniamo così come in quelli che seguiamo o con cui dialoghiamo cerchiamo, oltre il talento, anche quella sana ambizione e quella disciplina che può sostenere e tenere viva la fiamma del talento per lungo tempo. La tecnica può essere un altro elemento che ci porta a prendere in considerazione un artista ma parliamo pur sempre di arte contemporanea e la tecnica fine a sé stessa non sappiamo fino a che punto sia da ritenersi fondamentale.

Quello che più di tutto ci intriga e colpisce è la capacità di alcuni artisti, anche molto giovani, di sperimentare, di non avere paura di osare, di avere punti di vista originali e provocatori. Ci piace seguire un artista anche per molti mesi, curiosi di vedere come evolve la sua ricerca. Molti di questi ragazzi hanno vere e proprie rivoluzioni nelle forme espressive attraverso cui si esprimono e capita non di rado che a distanza di mesi le loro opere non assomiglino neppure lontanamente ai primi lavori eseguiti.

Gli artisti che stimolano la nostra curiosità devono sapere osare, essere curiosi, non avere timore di allontanarsi da quella che comunemente si definisce “comfort zone”.